Per la critica della ragion fiamminga

Per la critica della ragion fiamminga.
Teoria e storia: comparazione diacronica delle forme costruite e delle scritture fondamentali per la critica della ragion fiamminga.
Alessandro Camiz
In risposta a LPP, L’OPINIONE: Teoria e critica, PresS/Tletter n. 22- 2005

E se invece di seguire il formalismo russo - come suggeriva il Puglisi - provassimo (in maniera filosoficamente ingenua) a scoprire la prospettiva di un formalismo non russo e non letterario  forse potremmo finalmente ricominciare a parlare di architettura in termini concreti. Se Sklovskij ha gettate le basi (si noti la metafora architettonica nda) per una teoria della forma letteraria, sarebbe ora che si facesse altrettanto in architettura in modo da uscire dall’oscurantismo individualista del “tutto è possibile basta che mi piace” o del “famolo strano”. D’altra parte una vecchia contrapposizione dialettica medievale, ancora valida a scanso di presunte ed inesistenti nostalgie, rivendicava l’autonomia dei magistri lathomorum in contrapposizione ai magistri litterarum. Scrivere con la pietra è cosa diversa e molto più antica che scrivere con le lettere; quando Voi non avevate ancora l’alfabeto, Noi già facevamo Città e Architetture di un certo livello tecnico e simbolico.
Cosa è nata prima: la Bibbia o il betilo ? E il capitello hathorico, vien prima o dopo del cuneiforme? E Katal Huyuk è prima o dopo della lineare B ?
Si dice più facilmente “costruire un discorso” o “scrivere un’architettura” ? E Cicerone, quando scriveva a proposito delle “fondamenta di un discorso” a che cosa si riferiva ?
E ancora, viene prima la produzione in serie di mattoni o quella dei libri ?
Quindi si può ipotizzare una rifondazione disciplinare aperta che si basi sui significati plastici riconoscibili dalla collettività, anziché sul giudizio estemporaneo di una elite, questa sì - come sottolineava il Puglisi - chiusa ed autoreferenziale . Sono oltre 7000 anni che si fa architettura, oggi basta vedere il rendering di un edificio a forma di carta igienica morbidamente ripiegata, che tutti si mettono a fare edifici a forma di carta igienica morbidamente ripiegata e c’è chi teorizza che questa è buona architettura: siamo sicuri che non ci serva una teoria? Per attuare la sopracitata rifondazione è necessario superare positivamente l’antinomia modernità vs.tradizione e riconsiderare attentamente il valore di quella Storia che altri paesi non hanno e della quale dobbiamo andare fieri. D’altra parte dobbiamo anche riconoscere il carattere fondativo della permamenza per tutta l’architettura italiana, anche per quella moderna e contemporanea.
Non vorrei ora parlare dei rimandi analogici dei maestri - e.g. Libera e Quaroni - ai migliori esempi dell’architettura antica e tradizionale. Non vorrei citare scritti recenti in tema. E neanche vorrei citare autori viventi che si cimentano positivamente con la tradizione senza mai abdicare alla modernità anche radicale.
Insomma per dirla con Michelangelo: non ci piace questa architettura contemporanea olandese “sanza ragione, sanza simmetria”.
Alessandro Camiz


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